Libri
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Spirito della Notte
FIOKKETTA
URSULA
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MAY
Kimera
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Libri
«C’era
una volta un uccellino, con ali perfette e piume lucenti, colorate e
meravigliose. Insomma un animale creato per volare in libertà nel cielo
e ralegrare chiunque lo vedesse.
Un giorno, una donna vide questo
uccellino e se ne innamorò. Stupefatta, si fermò a osservarne il volo
con il cuore che batteva all’impazzata, e gli occhi brillanti di
emozione. Lo invitò a volare vicino a lei, e insieme vagarono
attraverso i cieli e le terre in perfetta armonia. Lei ammirava,
venerava, celebrava quell’uccelllino.
Ma poi pensò: “E se volesse
conoscere le montagne lontane?” Ebbe paura. Paura di non provare mai
più quel sentimento con altri uccellini. E provò anche invidia: invidia
per la sua capacità di volare.
Si sentiva sola.
E allora si disse: “Preparerò una trappola. La prossima volta che arriverà, non potrà più andare via!”.
L’uccellino, parimenti innamorato, tornò il giorno seguente, cadde nella trappola e fu imprigionato in una gabbia.
Lei
trascorreva ore a guardarlo, tutti i giorni. Era l’oggetto della sua
passione e lo mostrava alle amiche, che dicevano: “Ma tu hai davvero
tutto”. Poi cominciò a verificarsi una strana trasformazione: visto che
possedeva l’uccellino, e non aveva più bisogno di conquistarlo,
lentamente perse interesse per lui. E l’uccellino, non potendo volare
ed esprimere il senso della propria vita, a poco a poco deperì, la
lucentezza delle sue piume svanì e divenne brutto. La donna non gli
prestava più attenzione, se non per nutrirlo e pulirgli la gabbia.
Un
giorno, l’uccellino morì. Lei ne fu profondamente rattristata e iniziò
a pensare sempre a lui. Tuttavia non si ricordava della gabbia,
rammentava soltanto il giorno in cui lo aveva visto per la prima volta,
mentre volava felice fra le nuvole.
Se avesse osservato se stessa,
avrebbe scoperto che ciò che l’aveva colpita in quell’uccellino era la
libertà, l’energia delle sue ali in movimento, e non il suo corpo
fisico.
Senza l’uccellino, la sua vita perse di significato, e la Morte andò a bussarle alla porta. “Perchè sei venuta?” le domandò lei.
“Per
farti volare di nuovo insieme a lui nel cielo”, rispose la Morte. “Se
lo avessi lasciato partire e tornare, lo avresti amato e ammirato anche
di più. Ora, invece, hai bisogno di me per poterlo rincontrare”.»
Tratto da Undici Minuti
Undici Minuti, non è altro che il tempo per un rapporto sessuale, il
tempo in cui si cerca di scoprire e conoscere l'anima di un uomo. Solo
undici minuti netti in quanto, in totale ne sono quarantacinque mentre
ci si spoglia, ci si veste, si beve qualcosa e ci si scambia qualche
parola, prima di prendere i soldi ed andare via in attesa di un altro
cliente. Questo il calcolo che fa Maria,una giovane ragazza brasiliana
di 23 anni circa
Storia di una prostituta raccontata nello stile di Coelho. E' una
favola moderna con la durezza del mestiere piu' vecchio del mondo e le
riflessioni di un'avventura.
una volta un uccellino, con ali perfette e piume lucenti, colorate e
meravigliose. Insomma un animale creato per volare in libertà nel cielo
e ralegrare chiunque lo vedesse.
Un giorno, una donna vide questo
uccellino e se ne innamorò. Stupefatta, si fermò a osservarne il volo
con il cuore che batteva all’impazzata, e gli occhi brillanti di
emozione. Lo invitò a volare vicino a lei, e insieme vagarono
attraverso i cieli e le terre in perfetta armonia. Lei ammirava,
venerava, celebrava quell’uccelllino.
Ma poi pensò: “E se volesse
conoscere le montagne lontane?” Ebbe paura. Paura di non provare mai
più quel sentimento con altri uccellini. E provò anche invidia: invidia
per la sua capacità di volare.
Si sentiva sola.
E allora si disse: “Preparerò una trappola. La prossima volta che arriverà, non potrà più andare via!”.
L’uccellino, parimenti innamorato, tornò il giorno seguente, cadde nella trappola e fu imprigionato in una gabbia.
Lei
trascorreva ore a guardarlo, tutti i giorni. Era l’oggetto della sua
passione e lo mostrava alle amiche, che dicevano: “Ma tu hai davvero
tutto”. Poi cominciò a verificarsi una strana trasformazione: visto che
possedeva l’uccellino, e non aveva più bisogno di conquistarlo,
lentamente perse interesse per lui. E l’uccellino, non potendo volare
ed esprimere il senso della propria vita, a poco a poco deperì, la
lucentezza delle sue piume svanì e divenne brutto. La donna non gli
prestava più attenzione, se non per nutrirlo e pulirgli la gabbia.
Un
giorno, l’uccellino morì. Lei ne fu profondamente rattristata e iniziò
a pensare sempre a lui. Tuttavia non si ricordava della gabbia,
rammentava soltanto il giorno in cui lo aveva visto per la prima volta,
mentre volava felice fra le nuvole.
Se avesse osservato se stessa,
avrebbe scoperto che ciò che l’aveva colpita in quell’uccellino era la
libertà, l’energia delle sue ali in movimento, e non il suo corpo
fisico.
Senza l’uccellino, la sua vita perse di significato, e la Morte andò a bussarle alla porta. “Perchè sei venuta?” le domandò lei.
“Per
farti volare di nuovo insieme a lui nel cielo”, rispose la Morte. “Se
lo avessi lasciato partire e tornare, lo avresti amato e ammirato anche
di più. Ora, invece, hai bisogno di me per poterlo rincontrare”.»
Tratto da Undici Minuti
Undici Minuti, non è altro che il tempo per un rapporto sessuale, il
tempo in cui si cerca di scoprire e conoscere l'anima di un uomo. Solo
undici minuti netti in quanto, in totale ne sono quarantacinque mentre
ci si spoglia, ci si veste, si beve qualcosa e ci si scambia qualche
parola, prima di prendere i soldi ed andare via in attesa di un altro
cliente. Questo il calcolo che fa Maria,una giovane ragazza brasiliana
di 23 anni circa
Storia di una prostituta raccontata nello stile di Coelho. E' una
favola moderna con la durezza del mestiere piu' vecchio del mondo e le
riflessioni di un'avventura.
Kimera-
Re: Libri
Il Cacciatore di Aquiloni
Kabul 1978. Amir è figlio di Baba, un uomo facoltoso di etnia Pashtun.
Il suo migliore amico è Hassan, figlio del servitore di casa e
appartenente alla inferiore etnia degli Hazara. Entrambi amano molto
far volare gli aquiloni per i quali sono previste gare che coinvolgono
molti ragazzi della città. Il vincitore è chi riesce a far restare il
proprio aquilone in volo per ultimo dopo che tutti gli altri hanno
avuto il filo tranciato. Amir, che ha ritrovato la stima di suo padre
proprio in seguito alla vittoria (insieme ad Hassan) nella gara più
importante di lì a poco assiste (senza avere il coraggio di
intervenire) alla sodomizzazione di Hassan da parte di un terzetto di
ragazzi ricchi e razzisti. Da quel momento si porterà dentro un senso
di colpa che lo allontanerà dall'amico che vede come denuncia vivente
della sua vigliaccheria. Finché un giorno, trasferitosi negli Stati
Uniti e divenuto scrittore di successo, gli giungerà una telefonata.
Bellissimo libro di Hosseini Khaled. Hosseini traccia con una delicatezza
narrativa senza precedenti il ritratto di tre generazioni di uomini
intrecciandolo a trent'anni di storia afghana. Il linguaggio è
semplicissimo ma mai banale, i personaggi credibili, accattivanti, le
emozioni suscitate vere. Alcuni passaggi commuovono per la grazia con
cui l'autore li racconta , un libro con un
finale credibile e non scontato.
:wink: ve lo consiglio se non lo avete ancora letto
Kabul 1978. Amir è figlio di Baba, un uomo facoltoso di etnia Pashtun.
Il suo migliore amico è Hassan, figlio del servitore di casa e
appartenente alla inferiore etnia degli Hazara. Entrambi amano molto
far volare gli aquiloni per i quali sono previste gare che coinvolgono
molti ragazzi della città. Il vincitore è chi riesce a far restare il
proprio aquilone in volo per ultimo dopo che tutti gli altri hanno
avuto il filo tranciato. Amir, che ha ritrovato la stima di suo padre
proprio in seguito alla vittoria (insieme ad Hassan) nella gara più
importante di lì a poco assiste (senza avere il coraggio di
intervenire) alla sodomizzazione di Hassan da parte di un terzetto di
ragazzi ricchi e razzisti. Da quel momento si porterà dentro un senso
di colpa che lo allontanerà dall'amico che vede come denuncia vivente
della sua vigliaccheria. Finché un giorno, trasferitosi negli Stati
Uniti e divenuto scrittore di successo, gli giungerà una telefonata.
Bellissimo libro di Hosseini Khaled. Hosseini traccia con una delicatezza
narrativa senza precedenti il ritratto di tre generazioni di uomini
intrecciandolo a trent'anni di storia afghana. Il linguaggio è
semplicissimo ma mai banale, i personaggi credibili, accattivanti, le
emozioni suscitate vere. Alcuni passaggi commuovono per la grazia con
cui l'autore li racconta , un libro con un
finale credibile e non scontato.
:wink: ve lo consiglio se non lo avete ancora letto
Kimera-
Re: Libri
MAY ha scritto:Questo libro lo consigliano tutti a tutti...
semplicemente perchè è davvero bello :wink:
Kimera-
Re: Libri
vero ... se è possibile ancora piu bello de il cacciatore di aquiloni ... forse per la storia di cui parla o forse perchè sin da subito senti i personaggi ti da emozioni continue ... non nascondo che ho sentito ansia quando le due protagoniste erano alla stazione degl'autobus e chè ho versato qualche lacrima per la scena nel campo di calcio.da leggere assolutamente ... quando lo inizierete lo leggerete tutto d'un fiato :wink:
Kimera-
Re: Libri
Da 11 minuti.
Se vedete una ragazza/donna che vi precede con una penna pensateci :smile2:
Quante cose vorrebbero esser dette ma non sono dette.
Aho ho scritto quasi quanto Ursy me starà a prende la Ursyte? :eyepop:
Una mattina, il ragazzino le si avvicinò, chiedendole in prestito una penna. Maria non rispose,
assunse un'aria alquanto irritata per l'inatteso abbordaggio e accelerò il passo.
Era rimasta pietrificata dalla paura quando lo aveva visto camminare nella sua direzione;
aveva il terrore che lui si accorgesse di quanto lo amava, di quanto lo aspettava,
di come sognava di prenderlo per mano, oltrepassare il cancello della scuola e proseguire sino
alla fine della strada, dove - si diceva - sorgeva una grande città, con personaggi fantastici, artisti,
automobili, tantissimi cinema e un'infinità di cose belle da fare.
Quel giorno non riuscì a concentrarsi sulle lezioni. Soffriva per quel suo comportamento assurdo,
ma al tempo stesso si sentiva sollevata per il fatto di sapere che anche il ragazzino l'aveva
notata. La penna era stata soltanto un pretesto per parlarle, poiché quando lui
si era avvicinato, Maria ne aveva notata una nella sua tasca. Cominciò dunque
ad attendere la conversazione successiva, e trascorse quella notte - così come
le notti seguenti - fantasticando sulle molteplici risposte che gli avrebbe
dato, fino a trovare il modo giusto di iniziare una storia che non avesse più
fine.
Ma non ci fu nessun'altra conversazione. Per quanto continuassero ad andare a scuola insieme -
talvolta con Maria che lo precedeva di qualche passo tenendo una penna in mano, talaltra camminando dietro
di lui per poterlo osservare con tenerezza -, il ragazzino non le rivolse mai più la parola, e lei dovette
accontentarsi di amare e soffrire in silenzio sino al termine dell'anno scolastico.
assunse un'aria alquanto irritata per l'inatteso abbordaggio e accelerò il passo.
Era rimasta pietrificata dalla paura quando lo aveva visto camminare nella sua direzione;
aveva il terrore che lui si accorgesse di quanto lo amava, di quanto lo aspettava,
di come sognava di prenderlo per mano, oltrepassare il cancello della scuola e proseguire sino
alla fine della strada, dove - si diceva - sorgeva una grande città, con personaggi fantastici, artisti,
automobili, tantissimi cinema e un'infinità di cose belle da fare.
Quel giorno non riuscì a concentrarsi sulle lezioni. Soffriva per quel suo comportamento assurdo,
ma al tempo stesso si sentiva sollevata per il fatto di sapere che anche il ragazzino l'aveva
notata. La penna era stata soltanto un pretesto per parlarle, poiché quando lui
si era avvicinato, Maria ne aveva notata una nella sua tasca. Cominciò dunque
ad attendere la conversazione successiva, e trascorse quella notte - così come
le notti seguenti - fantasticando sulle molteplici risposte che gli avrebbe
dato, fino a trovare il modo giusto di iniziare una storia che non avesse più
fine.
Ma non ci fu nessun'altra conversazione. Per quanto continuassero ad andare a scuola insieme -
talvolta con Maria che lo precedeva di qualche passo tenendo una penna in mano, talaltra camminando dietro
di lui per poterlo osservare con tenerezza -, il ragazzino non le rivolse mai più la parola, e lei dovette
accontentarsi di amare e soffrire in silenzio sino al termine dell'anno scolastico.
Se vedete una ragazza/donna che vi precede con una penna pensateci :smile2:
Quante cose vorrebbero esser dette ma non sono dette.
Aho ho scritto quasi quanto Ursy me starà a prende la Ursyte? :eyepop:
See-
Re: Libri
See ha scritto:Da 11 minuti.Una mattina, il ragazzino le si avvicinò, chiedendole in prestito una penna. Maria non rispose,
assunse un'aria alquanto irritata per l'inatteso abbordaggio e accelerò il passo.
Era rimasta pietrificata dalla paura quando lo aveva visto camminare nella sua direzione;
aveva il terrore che lui si accorgesse di quanto lo amava, di quanto lo aspettava,
di come sognava di prenderlo per mano, oltrepassare il cancello della scuola e proseguire sino
alla fine della strada, dove - si diceva - sorgeva una grande città, con personaggi fantastici, artisti,
automobili, tantissimi cinema e un'infinità di cose belle da fare.
Quel giorno non riuscì a concentrarsi sulle lezioni. Soffriva per quel suo comportamento assurdo,
ma al tempo stesso si sentiva sollevata per il fatto di sapere che anche il ragazzino l'aveva
notata. La penna era stata soltanto un pretesto per parlarle, poiché quando lui
si era avvicinato, Maria ne aveva notata una nella sua tasca. Cominciò dunque
ad attendere la conversazione successiva, e trascorse quella notte - così come
le notti seguenti - fantasticando sulle molteplici risposte che gli avrebbe
dato, fino a trovare il modo giusto di iniziare una storia che non avesse più
fine.
Ma non ci fu nessun'altra conversazione. Per quanto continuassero ad andare a scuola insieme -
talvolta con Maria che lo precedeva di qualche passo tenendo una penna in mano, talaltra camminando dietro
di lui per poterlo osservare con tenerezza -, il ragazzino non le rivolse mai più la parola, e lei dovette
accontentarsi di amare e soffrire in silenzio sino al termine dell'anno scolastico.
Se vedete una ragazza/donna che vi precede con una penna pensateci :smile2:
Quante cose vorrebbero esser dette ma non sono dette.
Aho ho scritto quasi quanto Ursy me starà a prende la Ursyte? :eyepop:
ti serve una penna?
Kimera-
Re: Libri
See ha scritto:na penna?
mi sa di no ... hai gia tutto cio' che ti occorre :wink: :smile2:
Kimera-
Re: Libri
leggete: sulla sponda del fiume piedra mi sono seduta e ho pianto (è un titolo alla Ursy ... sintetico e conciso )
leggete: La pioggia prima che cada
leggete: l'ignoranza
gli autori non ve li dico no no :ball:
leggete: La pioggia prima che cada
leggete: l'ignoranza
gli autori non ve li dico no no :ball:
See-
Re: Libri
La pioggia prima che cada Coe Jonathan | |
casa nello Shropshire, dove viveva sola, dopo l'abbandono di Rebecca e
la morte di Ruth, la pittrice che è stata la sua ultima compagna. A
trovare il cadavere è stato il suo medico. Aveva settantatré anni ed
era malata di cuore, ma non aveva mai voluto farsi fare un bypass.
Quando è morta, stava ascoltando un disco - canti dell'Auvergne - e
aveva un microfono in mano. Sul tavolo c'era un album di fotografie.
Evidentemente, la povera Rosamond stava guardando delle foto e
registrando delle cassette. Non solo. Stava anche bevendo del buon
whisky, ma... Accidenti, e quel flacone vuoto di Diazepam? Non sarà
stato per caso un suicidio? La sorpresa viene dal testamento. Zia
Rosamond ha diviso il suo patrimonio in tre parti: un terzo a Gill, la
sua nipote preferita; un terzo a David, il fratello di Gill; e un terzo
a Imogen. Gill e David fanno un po' fatica a capire chi sia questa
Imogen, perché prima sembra loro di non conoscerla, poi ricordano di
averla vista solo una volta nel 1983, alla festa per il cinquantesimo
compleanno di Rosamond. Imogen era quella deliziosa bimba bionda venuta
con gli altri a festeggiare la padrona di casa. Sembrava che avesse
qualcosa di strano. Sì, era cieca. Occorre dunque ritrovare Imogen per
informarla della fortuna che le è toccata. Ma per quanti sforzi si
facciano, Imogen non si trova. E allora non resta - come indicato dalla
stessa Rosamond in un biglietto - che ascoltare le cassette incise
dalla donna...
Kimera-
Re: Libri
kim vero
ed anche questa frase è dello stesso libro:
Discorso tra una Donna ed una Bambina:
Donna: Il tuo tipo di pioggia preferito?
Bambina: Con fronte aggrottata mentre rifletteva sulla domanda rispose: A me piace la pioggia prima che cada.
Donna: Però prima che cade non è proprio pioggia è solo umidità sai non esiste una cosa come la pioggia prima che cada. Deve cadere, altrimenti non è pioggia.
Bambina: Certo che non esiste una cosa così, è proprio per questo che è la mia preferita. Qualcosa può ben farti felice, no? Anche se non è reale.
ed anche questa frase è dello stesso libro:
Discorso tra una Donna ed una Bambina:
Donna: Il tuo tipo di pioggia preferito?
Bambina: Con fronte aggrottata mentre rifletteva sulla domanda rispose: A me piace la pioggia prima che cada.
Donna: Però prima che cade non è proprio pioggia è solo umidità sai non esiste una cosa come la pioggia prima che cada. Deve cadere, altrimenti non è pioggia.
Bambina: Certo che non esiste una cosa così, è proprio per questo che è la mia preferita. Qualcosa può ben farti felice, no? Anche se non è reale.
See-
Re: Libri
beh non è detto ... magari è troppo recente o cmq non di grande successo come un "il cacciatore di aquiloni" o "mille splendidi soli"
le recensioni che ho letto su questo libro sono tutte ottime ... speriamo lo mettano presto così come quello di volo ... intanto ho scaricato gl'altri di Jonathan..... tu li hai letti?
le recensioni che ho letto su questo libro sono tutte ottime ... speriamo lo mettano presto così come quello di volo ... intanto ho scaricato gl'altri di Jonathan..... tu li hai letti?
Kimera-
Re: Libri
Si di Coe ho letto anche una donna per caso parlava d iuna donna le cui vicissitudini sono state tutte mosse/capitate per caso ... fatalità ... un racconto di una donna mossa dal vento degli avvenimenti.
See-
Re: Libri
io ho scaricato la casa del sonno e la famiglia winshaw .. il resto aspetto le fonti utili :wink:
Kimera-
Re: Libri
See ha scritto:e che libro ha fatto? le mie prigioni? l'editore chi era? Pellico?
guarda che se ti legge lo fa davvero eh è uno che riesce a far soldi anche dall'aria che respira
Kimera-
Re: Libri
See ha scritto:e che libro ha fatto? le mie prigioni? l'editore chi era? Pellico?
aò se intitola davero LE MIE PRIGIONI
FIOKKETTA-
Re: Libri
Io ho trovato estremamente interessante il libro di Marco Travaglio
"La scomparsa dei fatti".
"La scomparsa dei fatti".
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